Il mare toscano rivela un “nuovo” antico relitto nelle acque tra Capraia e Gorgona (VIDEO)

Nel mare della Toscana in questi ultimi anni sono stati localizzati ed ispezionati ben 8 siti di naufragi romani in acque profonde da 300 a 500 metri. L’autore di questi ritrovamenti, l’ultimo è del mese scorso, è l’ingegnere italo-svizzero Guido Gay, che, tra gli altri, nel 2012 scoprì il relitto della “Corazzata ROMA”.

Il 9 Giugno scorso l’Ing. Guido Gay ha mobilitato la sua unità da diporto e ricerca, il catamarano DAEDALUS, attrezzato con strumentazione avanzata di sua costruzione, per esplorare di nuovo un relitto già scoperto, detto Daedalus 17, posto a circa 20 miglia a nord dell’Isola di Capraia. A bordo, a seguire le ricerche, Pamela Gambogi, archeologa responsabile della Soprintendenza Archeologia della Toscana per il patrimonio culturale sommerso; il relitto Daedalus 17 ha rivelato un carico molto interessante: è venuto in luce sul fondale, infatti, a 440 m di profondità, un giacimento di anfore.

Il Robot sottomarino PLUTO PALLA è sceso sul fondo marino guidato con precisione sul relitto e sotto la direzione dell’archeologa ha eseguito una ricognizione esauriente del giacimento di anfore agganciandone poi una per riportarla alla superficie a scopo di campionamento.

Si tratta di un’anfora rodia di I secolo, che conserva ancora al suo interno parte del contenuto che trasportava: piccoli semi di cui si esaminerà la natura.

Il carico è composito e comprende anfore di varia provenienza: greche, fenice, ispaniche, nonché una certa quantità di vasi per versare. Una storia di navigazioni e traffici di 2000 anni fa, attraverso le rotte dell’arcipelago toscano verso la Gallia, con merci di provenienza lontana.

L’anfora si trova ora al reparto restauro della Soprintendenza Archeologia; tutta l’operazione testimonia di una proficua collaborazione fra gli Enti preposti e i privati, con mezzi di avanzata tecnologia messi gratuitamente a disposizione, in questo caso da un’ industria di ricerca sottomarina.