Altri ritrovamenti


2013


MERCANTILE ARMATO

Nell’ambito di ricerche richieste dalla Soprintendenza Francese per ritrovare il sommergibile SARACEN, abbiamo eseguito una campagna di esplorazioni nel maggio 2013, rilevando la presenza di numerosi altri relitti antichi e relitti moderni, tutto nell’area al largo di Capo Sagro in Corsica.



SCONOSCIUTO 1 - NAVE non identificata

Relitto a -236 m ispezionato sommariamente in quanto presentava uno squarcio di esplosione dove il PLUTO PALLA si è impigliato in uno dei numerosi fili di nailon di palamiti che sono tesi fra le lamiere contorte. Si è riusciti a liberare il veicolo e non abbiamo proseguito l’ispezione che era tesa a trovare il Saracen.


VETOR QUARTO

Bettolina recente a -310 m. Il nome chiaramente leggibile.
Non avendo trovato il Saracen, a settembre del 2013 abbiamo svolto un’altra campagna di ricerche.


ROTTAMI - BOMBE

Al largo di Macinaggio a -100 m troviamo un mucchio di rottami e oggetti che sembrano bombe.



BARCA

Sempre nella stessa zona troviamo una barca recente.



BONAPARTE

Vicino al punto previsto per il Saracen a -400 m appare un relitto delle dimensioni e della forma di un sommergibile. Per un momento ci prende l’emozione del successo, poi però l’ispezione rivela parti in legno estranee ad un sommergibile. Vediamo sparsa sul fondo una lanterna. Recuperata in un secondo tempo dal DRASSM, portava inciso il nome del costruttore di Marsiglia e permetterà alla dottoressa Cibecchini di identificare la nave come il BONAPARTE, un traghetto a vapore di fine 800.


2014


BARCA A VELA RECENTE

Trovata al largo di Solenzara in Corsica in -150 m di profondità.


SCONOSCIUTO 3 – RELITTO CON CORALLI

A Sud della Capraia a -425 m un relitto in ferro di almeno 30 m di lunghezza ha sulla prua dei cordami e una rete da pesca su cui sono cresciuti i coralli bianchi. Potrebbe trattarsi di un peschereccio vecchio di almeno 50 anni. I cordami hanno dei nodi su una bitta e i coralli vecchi anche loro di almeno 50 anni si sono attaccati alla rete per cui non sembra trattarsi di una rete di altro peschereccio impigliatasi nel relitto. Tuttavia il ferro è corroso da lungo tempo, funi e rete sono di nailon e la rete è fatta a macchina come quelle di oggi. Mah… ci sarebbe ancora da indagare…


SCONOSCIUTO 4 - NAVE 80 m

Al largo di Bastia a -492 m un grande scafo nudo e privo di ponte sembra datato all’ultima guerra.


SCONOSCIUTO 5 – VAPORE IN FERRO E LEGNO

A Sud della Capraia a -370 m un relitto in ferro con coperta in legno ancora parzialmente visibile e un fumaiolo per caldaie.


2015


SCONOSCIUTO 6 – NAVETTA CON RETI E CORALLI

Al largo di Bastia a 417 metri di profondità un relitto di nave non militare ispezionato sommariamente.
Reti con il corallo bianco e l’argano delle ancore



SCONOSCIUTO 7 – NAVETTA IN FERRO A PEZZI

Al largo di Capo Sagro in Corsica a 420 m di profondità relitto non identificato con scafo in ferro in lamiere chiodate e coperta in legno scomparsa, databile a 100 anni fa (il legno in 100 anni viene distrutto dagli organismi). L’apparenza è di nave  mercantile o militare affondata per esplosione.


2016


SCONOSCIUTO 8 – CHIATTA

A nord dell’isola Gorgona a 590 metri di profondità.


2017


SCONOSCIUTO 9 – ANTICO VELIERO IN FERRO

A WNW dell’isola Gorgona a 580 m di profondità giace lo scafo di una trentina di metri di un antico veliero.
Lo scafo in ferro chiodato, la coperta in legno, 2 alberi e bompresso in legno scomparsi, lo stato di corrosione e l’apparente assenza di motore fanno pensare ad un affondamento di oltre 100 anni fa.



AEREO CACCIABOMBARDIERE BRISTOL BEAUFIGHTER

A poche miglia sud dell’isola Capraia a 180 m di profondità abbiamo rilevato il rottame di un aereo da caccia inglese della seconda guerra mondiale, identificato grazie alle particolarità di un motore e del carrello.


2024



MESSERSCHMITT ME323-D GIGANT

Scoperto il relitto del più grande aereo da trasporto della Seconda Guerra Mondiale, a 500 metri di profondità al largo di Bastia in Corsica, durante una navigazione del catamarano DAEDALUS nel marzo del 2024.

Di che aereo si tratta? Era uno sviluppo della tedesca Messerschmitt basato sulle strutture di grandi alianti che furono usati per trasportare silenziosamente truppe e materiali in territorio nemico. Già all’inizio della guerra Hitler pianificava l’invasione dell’Inghilterra e una parte importante l’avrebbero avuta gli alianti da trasporto.

Un tipo di aliante sviluppato negli anni ’30 fu il DFS230 che poteva trasportare 8 soldati e materiali. Il velivolo aveva una apertura alare di 22 metri e circa 2 tonnellate di peso a pieno carico, poteva percorrere 20 chilometri planando da mille metri. Ebbe il battesimo del fuoco con uno dei più famosi successi in Belgio, nella conquista, il 10 maggio 1940, del Forte di Eben-Emael, difeso da 780 uomini e considerato inespugnabile, ma che grazie a 72 uomini sbarcati dagli alianti fu preso di sorpresa.

Gli sviluppi successivi nel 1942 portarono prima all’aliante ME 321, molto più grande, 55 metri di apertura alare, 40 tonnellate a pieno carico di cui più di 20 di carico utile, 130 uomini equipaggiati oppure due pezzi da 88 con i loro trattori. Subito però emersero difficoltà di decollo. Servivano tre caccia ME110 a “troika” più dei razzi aggiuntivi. Le manovre si rivelarono difficili e pericolosamente critiche, allora fu messa allo studio la motorizzazione. Un primo tentativo fu con 4 motori stellari francesi di cui c’era abbondanza, poi ne aggiunsero altri due e con 6 motori ottennero il ME323-D che si comportava egregiamente.

La struttura portante era in traliccio di tubi di acciaio saldati, sia per la fusoliera che presentava un enorme portellone anteriore che dava accesso alla grande stiva, sia per la struttura portante dell’ala i cui longheroni sono rimasti visibili sul fondo marino. Il rimanente della costruzione alare e della fusoliera era in legno e tela, materiali deperibili che in 80 anni sono scomparsi divorati dagli organismi marini.

Di questo aereo che fu il più grande aereo da trasporto mai costruito durante la guerra, ne furono messi in servizio circa duecento esemplari. Essi servirono soprattutto ad alimentare lo sforzo bellico in Africa. In Tunisia durante una sola missione nell’aprile 43 che fu intercettata da aerei inglesi, 14 esemplari furono abbattuti.

Il nostro ritrovamento in fondo al mare dei resti di un ME323 si è basato su un debole segnale sonar rilevato in un passaggio del 2016. Il Multipluto sceso ad ispezionare il contatto si imbatte in un traliccio metallico somigliante al braccio di una comune gru per l’edilizia. Il pensiero corre al rottame recente e l’emozione della scoperta si smorza in delusione, con la tentazione di risalire subito. Tuttavia percorrendo l’ispezione del traliccio arriviamo ad una estremità netta, pulita, non si tratta di una gru. Anche perché è un traliccio di tubi, mentre le gru sono fatte di profilati ad angolo. Allora seguiamo la struttura nell’altro senso finché appaiono due motori con le relative eliche mezze infangate: eccoci dunque alla scoperta interessante.

Proseguendo la ricognizione troviamo un grosso oggetto che mostra una ruota gommata da camion, identificato poi come parte del carico, e un’altra struttura mezza infangata con delle ruote gommate del diametro di circa un metro (il nostro Multipluto possiede ora un laser che produce due linee luminose parallele distanti 10 centimetri che proiettate su un oggetto servono come riferimento dimensionale). E’ un oggetto che ci lascia perplessi ma poi, dopo aver cercato di identificare il tipo di aereo da immagini storiche, siamo caduti sul Messerschmitt 323 che possedeva un carrello di atterraggio molto fuori dal comune, composto da un treno di 4 ruote seguito da un altro gruppo di 6 ruote, che corrisponde al relitto trovato.

Il sito si trova a circa 12 miglia al largo di Bastia dunque l’ipotesi sarebbe che erano in corso trasporti dall’Italia verso la Corsica occupata. Comunichiamo la notizia ai nostri collaboratori ed ecco che emergono documenti dell’epoca che si relazionano direttamente all’azione di cui abbiamo rilevato i resti.

Il sig. Massimo Bertoni, subacqueo appassionato di storia, ha trovato un rapporto originale di un comandante tedesco che era in mare nella zona con un gruppo di motozattere e che fu testimone dell’abbattimento. Inoltre è anche riuscito ad identificare un libro scritto dopo la guerra da tale Marcel Verrier che fu un pilota della squadriglia dei caccia che attaccarono i due Messerschmitt. Il suo Spitfire, apparecchio inglese pilotato da francesi, fu colpito dal fuoco di risposta e il pilota si salvò lanciandosi con il paracadute, raccontando poi l’avventura dell’azione che si riferisce proprio al relitto che abbiamo scoperto.

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