La Soprintendenza Archeologica di Pisa ostacola la conservazione di 22 relitti antichi in acque della Toscana.

La Fondazione Azionemare aveva iniziato ad eseguire due progetti approvati dal Ministero: la tutela e protezione di un sito intatto e la creazione di un museo o esposizione all’isola di Capraia. Nulla era stato richiesto alla Soprintendenza all’Archeologia di Pisa se non una firma di benestare al ricupero di reperti essendo le acque toscane soggette alla loro autorità.
Purtroppo la Fondazione non ha mai avuto risposte alle richieste di autorizzazione e neppure ha mai avuto risposte ai numerosi messaggi inviati: totale assenza, come se la Soprintendenza non esistesse.

In passato l’archeologia marina della Toscana era affidata alla Soprintendenza di Firenze che se ne occupava in modo efficiente. Poi intervenne il ministro Dario Franceschini (noto esponente della sinistra rossa, quello che si fece crescere la barba alla moda beduina) che “riorganizzò” le competenze affidando a Pisa il mare toscano.
Peccato che Pisa, nelle persone di Andrea Muzzi e Andrea Camilli, non abbia alcun interesse né competenze marine e neppure se ne voglia occupare, non ottemperando ai suoi doveri istituzionali.
Ed è così che i siti archeologici profondi rimangono abbandonati alla progressiva distruzione ad opera della pesca a strascico, come ampiamente documentato dalle nostre ricognizioni.